TAROCCHI

WIRTH TAROT

I Tarocchi di Oswald Wirth non sono un mazzo. Sono un test di sopravvivenza spirituale. Altro che "strumento di introspezione": questi sono 22 scatti in faccia fatti da uno che ha letto troppa cabala, sniffato Platone e ha deciso che la verità non va solo detta, va incisa con un pugnale dorato tra le costole dell'anima. Wirth non legge il destino, ti ci fa inciampare addosso.

Questo mazzo è un capolavoro esoterico, sì, ma anche un trip lisergico in cui ogni carta sembra dire: "Sei sicuro di voler sapere chi sei davvero? Perché guarda che non è bello". Il Matto non è il simpatico pazzerello dei cartoni. È il tizio nudo che cammina verso il burrone col sorriso di chi sa che anche se cade, almeno non sta facendo finta di vivere. Già qui ti viene da ridere, o da vomitare.

E poi c'è il Mago, che Wirth disegna con tutti i suoi arnesi simbolici: bastone, spada, coppa, denaro. Tutto pronto per l'illusione. Questo non è un mago. È un truffatore con la licenza esoterica. Ti promette la verità, ma ti vende lo spettacolo. E tu applaudi, contento, perché ti ha fatto credere che sei speciale. È il venditore di fumo dell'inconscio, e la gente ci cade come mosche nel miele psicoanalitico.

Ogni carta ti guarda con l'occhio clinico di uno psichiatra ubriaco. La Papessa? È la suora che sa troppo. Il Papa? Il guru che ha perso il contatto con Dio ma continua a parlare come se chattasse su Telegram. La Giustizia? Non scherziamo: è quella che ti giudica con la bilancia truccata e la spada arrugginita. Wirth ci mostra archetipi, sì, ma archetipi che sembrano usciti da un casting per un film di Lynch.

E la Morte? Ah, la Morte nei tarocchi di Wirth è l'unica onesta. Non ha volto, non ha nome, ma almeno non fa finta di amarti. Passa, falcia, e via. Niente pietà. Gli altri arcani ti prendono per mano e ti dicono "Seguimi, vedrai com'è profondo il pozzo". La Morte, almeno, ti dà una spinta.

Questi tarocchi non sono per chi cerca risposte. Sono per chi ha il coraggio di farsi prendere a schiaffi dal simbolismo fino a perdere i sensi. Grazie a loro farai un viaggio, ma senza garanzie di ritorno. E la cosa più bella è che Wirth lo sapeva. Rideva sotto i baffi mentre disegnava, mentre pensava: "Vediamo chi ha le palle per affrontare davvero sé stesso".

Quindi sì, leggi i Tarocchi di Wirth. Ma non aspettarti la consolazione. Aspettati una rivelazione con le nocche livide. Perché la verità, in fondo, è solo una battuta comica detta troppo presto.

Cara lettrice sconosciuta, se ami il buon vecchio Oswald Wirth, ti divertirai con il suo mazzo elegante, massonico e un po' impolverato come la libreria di tuo nonno che leggeva Eliphas Lévi con la pipa in bocca. Gli Arcani? Quelli classici, quelli educati: il Matto che vaga come un hippie senza GPS, il Mago che fa giochi di prestigio al semaforo, la Papessa che sa tutto ma non te lo dice, e poi tutta la compagnia: l'Imperatrice, l'Imperatore, il Papa (quello che non si dimette), l'Innamorato indeciso come un adolescente su Tinder, il Carro, la Giustizia, l'Eremita, la Ruota della Fortuna che gira e gira (ma tu resti sempre sotto), la Forza, l'Appeso (che pare un artista concettuale), la Morte, la Temperanza, il Diavolo, la Torre che crolla come un progetto mal finanziato, la Stella, la Luna, il Sole, il Giudizio (quello che arriva quando non hai fatto il backup) e infine il Mondo — che naturalmente non ti appartiene.