IO SONO FRANCESCO

Scrittore perché non posso farne a meno, sex blogger perché qualcuno doveva alzare il livello del dibattito sulla fica, tarologo perché la scuola di psicoterapia costa troppo (anche se sono laureato). Nel 2014 ho scritto Le molecole affettuose del lecca lecca, il primo romanzo italiano interamente dedicato all'arte del cunnilingus. In un paese dove si scrivono trattati su qualsiasi cosa, mancava giusto un libro che spiegasse come rendere onore a una vulva senza sembrare un golden retriever affamato. 

Ma non mi sono fermato alla nobile missione di elevare il livello medio delle prestazioni orali. No, perché la mia smania di esplorare gli angoli più succulenti e proibiti dell'esistenza mi ha spinto oltre, in territori ancora più oscuri e misteriosi. Ed ecco che, tra un'ode al clitoride e una riflessione sul sesso come esperimento sociale, ho scoperto un amore viscerale per i Tarocchi. 

E non parlo di quella fuffa da rivista da parrucchiere con l'oroscopo scritto da un algoritmo con l'influenza. Io ti parlo dei Tarocchi di Oswald Wirth, quelli che hanno dentro secoli di simboli, polvere, archetipi e sudore medievale. Ti parlo del lavoro mastodontico e visionario di Jodorowsky, che ha preso quel mazzo e lo ha frullato con la sua psicanalisi magica, il teatro, i traumi dell'infanzia e i trip mentali da cui non si torna più indietro. Ti parlo di Aleister Crowley, uno che non leggeva le carte, le faceva parlare come se fossero vampiri assetati di un crimine cosmico.

Questo sito è un luogo sacro e dissacrante, dedicato alle donne. Perché, senti qua: in quarant'anni di letture, di anime messe a nudo tra un Matto che scappa e una Torre che crolla, ho imparato una cosa. Le donne, loro sì, hanno il coraggio di guardarsi dentro. Con vergogna che si trasforma in forza, con lacrime che diventano domande. Gli uomini? Troppo spesso si fermano alla superficie. Come se bastasse guardarsi allo specchio per capire cosa succede sotto la pelle. Spoiler: no.

Quindi se sei una donna e vuoi aprire il sipario sul teatro interiore dove la tua anima recita a luci spente (o tutt'al più: rosse), sei la benvenuta. Ma ti avverto: le carte e la mia penna non mentono.

Se sei qui perché vuoi una lettura di Tarocchi, sappi che non ti aspetta la solita sbobba consolatoria. Nessun "L'universo ha in serbo per te qualcosa di speciale", perché l'universo, se avesse davvero qualcosa di speciale, te l'avrebbe già spedito con Amazon Prime. In questo sito si parla di visioni, di simboli, di erotismo mistico e verità scomode, che a volte hanno più a che fare con l'erezione che con l'illuminazione. D'altronde, se dobbiamo espandere la coscienza, tanto vale espandere tutto il resto, no?

Quanto al sesso, se credevi che il kamasutra fosse roba da ginnasti con i pantaloncini attillati e il BDSM solo la scusa per sentirsi un supereroe in pelle nera, lascia che ti presenti il mio luna park del proibito, lo zoo degli amori incredibili e il freak show delle fantasie più assurde. Non c'è distinzione tra cuore e ormoni, perché qui si guarda tutto: dall'amore che ti fa camminare a mezzo metro da terra fino alla passione da film vietato ai minori, dalle cenette romantiche con lume di candela alla stanza rossa dove la candela è l'unica fonte di luce e gli accessori di pelle hanno più istruzioni di un manuale d'ingegneria aerospaziale.

Questo percorso non è solo più forte, più strano, più folle, ma è anche esplorazione del profondo. C'è chi ha trasformato il proprio letto in un vero e proprio set con più comparse di un musical di Broadway, e chi invece sperimenta l'orgasmo emotivo in un abbraccio lungo quanto un monologo teatrale, in cui i respiri si incastrano come mattoncini di Tetris. In tutto questo, i tarocchi calzano a pennello, perché parlano di ciò che esiste sotto la superficie, e a volte la tua carta del giorno potrebbe dirti che la trasgressione non è solo un'idea, ma un pianeta intero da esplorare.

Fai un bel respiro e sfilati i freni inibitori (e magari anche gonna o pantaloni, se ti va): entra nel paradisiaco inferno del sex, tarot & rock'n'roll, come direbbe qualche folle d'avanguardia. Con me a fare da cicerone avrai una panoramica su ciò che si muove tra corpi e anime, risate e brividi, arcani e linguaggi del piacere. Preparati a scoprire che la vita è troppo breve per accontentarsi di un menù fisso: meglio un buffet di esperienze infinite, con condimento di sapienza esoterica per sentirti un po' diabolica e un po' santa. E se tutto questo ti fa arrossire come una suora a Las Vegas, beh, è un buon segno. Significa che stai cominciando a capire il programma. Sali sulla giostra e goditi il giro. E, se ti va, butta un occhio al Tarot. La prossima carta la giri tu, e vediamo che succede.

VUOI UNA LETTURA? 

Accomodati pure... ma attenta: potresti scoprire che il tuo futuro è un mix tra una soap opera messicana e un episodio di Black Mirror. 
Ecco un esempio:

"L'uomo che amavo mi ha lasciata e io non vivo più. È come se la mia mente si fosse incastrata su di lui in un loop ossessivo da cui non riesco a uscire. Non penso ad altro, non faccio altro. È questa la mia fine? O c'è una via d'uscita?"

Cinzia*, 36 anni, Milano.

Okay, Cinzia, siediti, rilassati e accendi una sigaretta mentale, perché stiamo per addentrarci in qualcosa di bello tosto. Ti sei incasinata con questa storia d'amore andata a rotoli e ora la tua mente è come un disco rotto, incastrata su un solco che ripete lo stesso ritornello: Perché? Come ha potuto lasciarmi? Dove ho sbagliato? E così via, fino alla nausea.

Ma per fortuna io ho qui i Tarocchi di Thoth, quelli di Crowley, il vecchio mago perverso che probabilmente avrebbe trovato tutto questo esilarante, e vediamo cosa hanno da dirti.

Prima carta: La Torre. Boom! Questa non è solo una rottura, è un'esplosione nucleare. Un secondo prima eri la regina del tuo piccolo regno d'amore, e un attimo dopo è tutto ridotto in macerie fumanti. Sai cosa significa? Significa che non c'era nulla di stabile sin dall'inizio, ma tu eri lì a fare castelli in aria mentre le fondamenta già scricchiolavano. La Torre arriva e ti strappa via la benda dagli occhi: quello che sembrava solido era solo un'impalcatura di illusioni. E qui c'è la verità: questo dolore è una benedizione sotto mentite spoglie. Sì, lo so, suona come una di quelle cazzate new age, ma fidati: ogni grande rivelazione arriva con una frustata in pieno volto.

Seconda carta: L'Appeso. Ah, perfetto, ecco il momento in cui sei lì a contorcerti nella tua stessa miseria, come se fossi crocifissa su un'idea ossessiva: lui, lui, lui... quel coglione! L'Appeso è la carta dell'immobilità, ma anche della trasformazione. Sei bloccata perché vuoi esserlo. Sì, hai capito bene. Questo dolore ti piace, perché almeno è qualcosa, almeno ti fa sentire viva. Ma la verità è che la tua fissazione è un buco nero, e tu stai buttando dentro tutta la tua energia vitale senza ottenere niente in cambio. Smettila di cercare risposte che non arriveranno mai. Rovescia la prospettiva. Fai una cosa assurda. Tagliati i capelli, cambia città, iscriviti a un corso di calligrafia gotica o frequenta un'app erotica, qualsiasi cosa ti strappi da questo pantano mentale.

Terza carta: La Morte. Ah, finalmente, qualcosa di buono. La Morte non è la fine, è la transizione, il grande reset. Qui non si tratta di piangersi addosso, ma di tagliare via il marcio, bruciare i ponti e ricostruire. Quello che sei stata fino a oggi? Morta e sepolta. Quello che diventerai? Dipende solo da te. Il problema è che tu vuoi ancora che questa storia abbia un finale diverso, ma non funziona così. Devi lasciarla andare, accettare che è finita, e smettere di scrivere sequel a un film che il regista ha già chiuso con un bel The End.

Quindi, che cosa hai imparato? Che la vita non è una commedia romantica, che i finali felici sono solo interludi prima della prossima catastrofe, e che l'unico modo per sopravvivere è smettere di aggrapparsi ai fantasmi. Ora fai un bel respiro, prendi tutta questa merda e trasformala in qualcosa di nuovo. E per l'amor di Dio, esci da casa.

A questo punto so che stai pensando che non ho risposto alla domanda fatidica: "Quindi il mio futuro quale sarà?"

E io ti dico che il futuro non è un giornale già scritto che qualcuno ti consegna piegato in due con la data di domani. Il futuro sei tu. Lo costruisci con ogni singolo respiro, con ogni pensiero, con ogni decisione che prendi dopo che smetti di piangerti addosso.

E quindi le carte te l'hanno già detto, in codice, nascosto tra i simboli: esci, vivi, dimentica.

E sai cosa succederà quando farai tutto questo? Lo dimenticherai davvero. Un giorno ti sveglierai e non avrai più bisogno di chiederti che fine ha fatto, perché lui sarà un'eco lontana, un vecchio disco di cui non ricordi più il motivo della fissazione. Sarà sparito come sparisce il fumo di una sigaretta lasciata nel posacenere.

E a quel punto il tuo futuro sarà esattamente quello che avrai scelto di scrivere.

Per finire ti consiglio tre pillole d'arte.

Da leggere: "Frammenti di un discorso amoroso" di Roland Barthes.
Sì, esatto, leggi Barthes. Non è una lettura da spiaggia, ma tu non sei in spiaggia, sei nella tua testa, intrappolata in questo casino. E Barthes, in pratica, prende l'amore e lo seziona come un patologo fa con un cadavere. Parola per parola, idea per idea, ti smonta il sentimento e te lo fa vedere per quello che è: un linguaggio, un costrutto, un'illusione che hai montato tu stessa. Dopo un po' che lo leggi, cominci a renderti conto che non sei l'unica ad esserti ficcata in questo ginepraio emotivo. E questa consapevolezza, credimi, è il primo passo per uscirne.

Da vedere: "Blue Valentine" di Derek Cianfrance.
Non è un film. È un cazzotto nello stomaco a rallentatore. Ti mostra l'amore quando nasce e quando muore, senza trucchi, senza edulcorazioni, senza stronzate da commedia romantica. Lo guardi e ti rendi conto che l'amore non è una favola con il lieto fine, è un incidente a rallentatore da cui nessuno esce indenne. Ma la cosa più importante è che dopo averlo visto, non puoi più permetterti di romanticizzare il passato. Lo vedi per quello che è stato: bello, doloroso, tossico, inevitabile. E poi vai avanti.

Da ascoltare: "Famous Blue Raincoat" di Leonard Cohen.
Mettiti le cuffie, chiudi gli occhi e ascolta la voce di Cohen che scivola dentro di te come un vecchio fantasma che sa tutto, ha visto tutto, e ha deciso di cantartelo con un filo di voce. Questa non è solo una canzone, è una lettera, è il dolore messo in musica, è un uomo che dice addio senza neanche sapere bene perché. La ascolti e capisci che a volte il dolore non si chiude con un punto, si dissolve nel tempo, come la pioggia su un impermeabile ormai logoro.

Prendile pure senza paura, perché l'unico effetto collaterale è che potrebbero farti guarire.

* La consultante ha acconsentito alla pubblicazione.

IL MASCHIO È UN BUG

Ok, amici, parliamo di Dio, l'onnipotente, l'onnisciente, quello che ha creato tutto. E parliamo di un dettaglio interessante: perché ci ha fatti riprodurre attraverso il sesso? Questa è la migliore soluzione che gli è venuta in mente? Un sistema che porta malattie, tradimenti, gelosie, pornografia, matrimoni falliti, avvocati divorzisti con Rolex d'oro e Ferrari cabrio? Se Dio avesse una ditta di design, l'avrebbero licenziato in tronco. "Senti, Dio, il progetto è buono, ma c'è questo difetto di fabbricazione: il prodotto viene rilasciato con un bug chiamato 'disastro sentimentale'. Non lo sai correggere? Quella è la porta, addio (– quale parola migliore per congedare Dio?)".

E tutto questo quando bastava una soluzione più semplice: il parto virginale! Non roba miracolosa, eh, roba collaudata in natura. Guarda le lucertole. Alcune si riproducono senza bisogno del maschio. E le lucertole non hanno avvocati per il divorzio, capite cosa voglio dire? Non vanno in terapia di coppia a dire: "Dottore, mio marito guarda troppo porno, devo lasciarlo?" 
Le lucertole non si stressano con il "mi richiama o non mi richiama?", il "perché ha tolto la spunta blu?", il "ma se ha letto il messaggio perché non risponde?"

La verità è che Dio ha voluto strafare. Ha deciso che la vagina da sola non bastava, che doveva aggiungere qualcosa di extra. E che ha fatto? Ha dato importanza al cazzo. Pensateci bene: il cazzo era stato inventato per fare la pipì. Poi Dio ha avuto questo colpo di genio alla rovescia e ne ha fatto uno strumento riproduttivo. Errore! Se ci fossimo riprodotti per partenogenesi, l'uomo non avrebbe avuto tutta questa importanza. E forse il mondo sarebbe stato un posto più tranquillo. Niente guerre, niente imperi, niente patriarcato, niente cazzi inviati sui social, niente pubblicità di dopobarba con tizi muscolosi che corrono sulla spiaggia con lo sguardo intenso.

Ma no! Dio ha pensato bene di complicare le cose. "Mettiamoci un cazzo. Giusto per vedere cosa succede." E cosa è successo? Il disastro. Ci siamo ritrovati con millenni di guai. Siamo passati dall'amor cortese alle chat di Tinder, dal romanticismo di Romeo al video di un leone da tastiera che si filma mentre si masturba. La storia dell'umanità è un'enorme rissa da bar basata su un ormone impazzito.

E il sesso, alla fine, nemmeno servirebbe. La riproduzione è solo un processo biologico, no? Potremmo farla come le lucertole. Rapida, senza drammi, senza bisogno di dimostrare niente a nessuno. E invece c'è di mezzo il desiderio, la competizione, la gelosia, le canzoni d'amore sdolcinate, le rose rosse, i matrimoni costosissimi che finiscono in tribunale sette anni dopo. Tutto questo per giustificare l'esistenza del cazzo.

Se Dio avesse avuto un po' di lungimiranza, avrebbe fatto le donne autosufficienti. Il mondo sarebbe stato un grande club femminile, con generazioni di donne che si riproducono in pace, senza bisogno di una controparte inutile che passa la vita a provare a dimostrare la propria virilità con cose tipo il barbecue o le moto rumorose.

La partenogenesi era la soluzione migliore! E invece così, per poche gocce di sperma, il cazzo è diventato indispensabile.

Biologicamente parlando, il contributo maschile alla riproduzione è minimo. Un attimo di entusiasmo, qualche secondo (se va bene) di gloria, ed ecco fatto. Il maschio si crede il centro dell'universo. Costruisce religioni, governi, imperi, tutto per giustificare il suo ruolo. Quando in realtà, Madre Natura potrebbe benissimo fare a meno di lui.

In conclusione, se per i cattolici il sesso ha come finalità esclusiva la riproduzione, il loro capo ha sbagliato tutto. 

EROTICI ERETICI

Oh, tesoro, siediti e rilassati, perché oggi si parla d'amore. Ma non quell'amore zuccheroso da film romantico con la colonna sonora al pianoforte e i tramonti fasulli. No, no. Qui entriamo nel vero casino dell'amore moderno, un labirinto così contorto che perfino Freud si sarebbe tirato un colpo.

Allora, hai mai sentito parlare dei sapiosessuali? No? Bene, perché sono quelli che non si eccitano per un bel sedere o un sorriso smagliante, ma per una citazione ben piazzata di Nietzsche. Per loro, il vero afrodisiaco è un buon dibattito sulla teoria quantistica. 

E poi abbiamo i demisessuali, quelli che prima di saltarti addosso hanno bisogno di sentirsi come in un romanzo russo: sofferenza, introspezione e almeno tre anni di dialoghi profondi su Kafka prima di spogliarsi.

E se pensavi che l'amore fosse sempre collegato al sesso, baby, lasciami presentarti gli asessuali. Questi non hanno bisogno del lato fisico per provare affetto. Ti amano, certo, ma senza bisogno di fare le acrobazie sotto le lenzuola. È come dire: "Sei la persona più importante della mia vita, ma per favore, non toccarmi il sedere".

Poi ci sono i panromantici, quelli che nell'amore se ne fregano delle etichette. Uomo, donna, non-binario, alieno in missione segreta... per loro l'amore è un'esperienza universale, mica una casella da spuntare.

E chi è poliamoroso? Ah, qui entriamo nel campionato degli esperti di logistica sentimentale. Perché amare una persona è già complicato, ma amarne tre o quattro e tenere tutto in equilibrio senza che nessuno ti insegua con un mattarello? Roba da premio Nobel per la diplomazia.

E poi c'è la brigata dell'anarcoamore. Niente regole, niente definizioni, niente strutture. Se provi a chiedere "Ma voi che rapporto avete?", la risposta è una dissertazione filosofica sulla decostruzione del concetto stesso di relazione. Insomma, una seduta psicoanalitica gratuita.

Passiamo agli estetici, quelli che si innamorano della pura bellezza senza complicazioni sessuali o romantiche. È come guardare un'opera d'arte e pensare "Dio, che meraviglia", ma senza il desiderio di appendertela in casa. 

Poi abbiamo i lithromantici, quelli che possono provare sentimenti romantici, ma appena qualcuno ricambia scappano più veloci di un ladro sorpreso con le mani nella cassa. 

E infine ci sono gli aromantici, che dicono "Amore romantico? No, grazie, preferisco amicizie solide, una buona pizza e la pace interiore".

Quindi, amici miei, se pensavate che l'amore fosse solo "Ti amo, mi ami, prendiamo una casa con il mutuo", benvenuto nel nuovo millennio. L'amore è un universo intero di possibilità e nessuno ha il diritto di dirti quale sia il modo giusto per viverlo. A meno che il modo giusto per te non implichi invadere la privacy altrui con citazioni di Shakespeare via SMS alle tre del mattino. Quello, amico, non è amore. Quello è stalking.

...di Cupido non mi fido!

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